Secondo appuntamento con le recensioni sui migliori software open source per la musica elettronica: oggi parliamo di live VJing con Fluxus.
Fluxus è un software orientato al live coding, ovvero alla produzione live di audio/video attraverso l’esecuzione di script modificabili in tempo reale.
Anche se per poter utilizzare questo ambiente al meglio si consiglia di avere familiarità con la programmazione o almeno con la manipolazione di modelli tridimensioanli, viene messa a disposizione una libreria di funzioni che semplifica molto in un senso la progettazione di interfacce 3d di sintesi e sequencing, e nell’altro la manipolazione di scenari openGL attraverso l’analisi delle frequenze di segnali audio complessi acquisiti dal’esterno (la gestione dell’audio in Fluxus avviene attraverso il sound server Jack).
Fluxus si programma in Racket (un linguaggio derivato da LISP e precedentemente chiamato PLT Scheme); le funzioni sono ben documentate nel manuale, consultabile anche attraverso la console interattiva.
Una particolarità di questo software è la totale assenza di interfaccia grafica: all’avvio viene presentata una schermata nera con la console dei comandi in sovraimpressione; è possibile inviare comandi dalla console o aprire degli “sketch” in cui caricare i propri script, che appariranno in sovraimpressione al risultato stesso della loro esecuzione, e potranno essere resi invisibili attraverso uno shortcut.
Da notare l’estrema semplicità con cui è possibile acquisire segnali midi o osc e configurare triggers sulla tastiera.
Per la dimostrazione “Israelitek” è stato utilizzato uno schema fisso composto di 4 sistemi di particelle e 3 solidi: colore, dimensione e rotazione degli elementi vengono determinati dalla potenza del segnale audio, misurata su 3 diverse bande di frequenza: al vj il compito selezionare le forme dei soldi in primo piano e mandare segnali di reset ai sistemi di particelle, oltre che regolare alcuni coefficienti come una scala di riferimento, il framerate, un moltiplicatore di rotazione per i tre assi ed un cutoff sui tre canali cromatici R,G,B.
Il codice sorgente della dimostrazione è interamente disponibile su github:
FLUXUS JUNGLE
“Israelites” fu scritta da Desmond Dekker e Leslie Kong nel 1969, è stato il brano più famoso per “Desmond Dekker & The Aces”.
Il nostro remix è un tributo a questo grande musicista giamaicano scomparso nel 2006 e alla subcultura degli “Original Skinhead” nata verso la seconda metà degli anni sessanta, quando reggae, rocksteady e ska esplodevano nel Regno Unito.
Riportiamo un estratto del testo originale:
Get up in the morning, slaving for bread, sir
So that every mouth can be fed
Poor, poor me, the Israelite, aah-ah
My wife an’ my kids, they pack up an’ a leave me
Darling, she said, I was yours to be seen
Yeah, I said poor me, the Israelite, yeah yeah
My shirt dem a-tear up, trousers are gone
I don’t want to end up like Bonnie and Clyde
Oh-oh poor me, the Israelite, yeah yeah
After a storm there must be a calm
Catch me in the farm, you sound your alarm
Poor, poor me, the Israelite, yeePoor me, the Israelite.
I wonder who I’m working for.
Poor me, Israelite,
I look a-down and out, sir.
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